IBSA è tra i principali sostenitori della Settimana Mondiale della Tiroide 2021, che avrà luogo dal 24 al 30 maggio. L’obiettivo è quello di sensibilizzare la poplazione sull’importanza delle patologie collegate alla tiroide.
Questa iniziativa gode del supporto delle principali società scientifiche endocrinologiche nazionali e internazionali.
L’attenzione dedicata alla tiroide deriva dalla grande rilevanza che ha questa ghiandola all’interno del sistema endocrino, in quanto svolge una serie di funzioni fondamentali per il benessere fisiologico dell’organismo. Oltre sei milioni di italiani soffrono di disturbi di varia natura ed entità che derivano da un non corretto funzionamento della ghiandola tiroidea.
Quest’anno, col patrocinio dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), il tema principale delle giornate è “Tiroide e Pandemia da COVID”.
Pur ricordando che il principale obiettivo della Settimana è quello di informare la popolazione sulle differenti problematiche e sulle modalità di prevenzione legate alle malattie tiroidee, l’attuale contesto storico pone molte domande e preoccupazioni alle persone affette da patologie tiroidee.
“La qualità della relazione e della comunicazione tra medico e paziente è un fattore di grande importanza per indirizzare il percorso diagnostico e terapeutico e anche per il buon esito della cura” afferma Anna Maria Biancifiori, Presidente Comitato delle Associazioni dei Pazienti Endocrini (CAPE).
Celestino Pio Lombardi, Presidente della Società Italiana Unitaria di Endocrino Chirurgia (SIUEC), sottolinea invece le difficoltà incontrate nel percorso terapeutico dei pazienti in periodo pandemico: “La paura di ‘andare in ospedale’, il contingentamento degli appuntamenti e, in molti casi, la temporanea sospensione dei servizi o la trasformazione dei reparti per ricoveri ‘COVID’, ha causato sia ritardi diagnostici, sia l’allungamento dei tempi per effettuare interventi di tiroidectomia, spesso necessari”.
IBSA supporta la Settimana Mondiale della Tiroide 2021 dedicata al rapporto tra COVID-19 e patologie endocrine
Vi è anche un altro ambito da non sottovalutare nel contesto attuale, ovvero l’individuazione delle malattie della ghiandola tiroidea, associate alla positività al coronavirus, che attribuiscano al paziente lo status di “paziente fragile”. Per l’attribuzione di questa condizione, merita particolare attenzione anche la fascia d’età. Nella popolazione pediatrica, in base ai dati elaborati fino a questo momento, non c’è una rilevante correlazione tra positività al virus e patologie tiroidee pregresse e neanche una prognosi peggiore in caso di infezione. Discorso invece ben diverso per quanto riguarda la fascia di popolazione più anziana, dove i dati mostrano che tra i pazienti ricoverati per COVID più del 50% sono affetti anche da patologie tiroidee.
“Per IBSA, il trattamento delle patologie tiroidee è una vera e propria sfida - afferma Marialuisa Fino, Sr Product Manager Endocrinologia - ed è per questo che continuiamo ad investire nella Ricerca e nelle persone per poter migliorare sempre più la qualità di vita dei pazienti”.
Per maggiori informazioni visita il sito www.latiroide.it.