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IBSA in prima linea contro la contraffazione farmaceutica

IBSA è in prima linea contro una delle piaghe peggiori del mercato farmaceutico, specialmente nei paesi emergenti e in via di sviluppo: la contraffazione.

Per combattere questo malaffare, che danneggia le persone e i pazienti, oltre a ledere le aziende, IBSA, ha scelto,  per i propri prodotti, materiali di confezionamento primari e secondari dotati di sistemi Tamper Evident ed ha realizzato un progetto di tracciabilità attraverso l’applicazione di un codice a barre e di un sistema di lettura in 2D su supporto adesivo innovativo tale da rendere non modificabile o alterabile il dato. L’azienda è arrivata a raggiungere la totale tracciabilità del ciclo di vita del prodotto grazie alla collaborazione e il forte supporto al progetto dei propri partner commerciali. Letteralmente: dal produttore all’utilizzatore finale, senza possibilità di errore o di deviazione. 

Partito con progetto pilota ispirato alla Direttiva Europea contro la Contraffazione, il nuovo sistema di tracciabilità  del packaging di IBSA ha avuto un periodo d’incubazione di oltre 3 mesi tra sviluppo e test, prima di essere attivato. Oggi, a un anno dall’attivazione, IBSA può annunciare di aver avuto successo: grazie al nuovo sistema di gestione elettronica dei prodotti è riuscita a identificare alcuni distributori scorretti e complici del mercato nero e della contraffazione e a denunciarli alle autorità competenti. In particolare, l’attenzione di IBSA è stata rivolta alla protezione di un importante Dispositivo Medico pesantemente attaccato da distributori non autorizzati e ha in progetto di applicarlo anche al Sildenafil, un farmaco duramente attaccato dai contraffattori. Grazie al sistema di tracciabilità ed ai sistemi Tamper Evident applicati alle confezioni, IBSA può ora tracciare ogni singolo lotto di prodotto e garantirne autenticità, sicurezza e lecita provenienza. 

Per un’azienda votata al benessere e alla cura delle persone, ha dichiarato il CEO di IBSA Italia, Luca Crippa, “questa è una battaglia giusta, che combatteremo fino in fondo a fianco dei nostri colleghi e soprattutto di tutti i pazienti, che guardano a noi con fiducia e speranza. È una questione di etica del nostro lavoro, non solo di business”.